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“La Regione Umbria si attivi affinché venga chiesto il ritiro del Disegno di legge Calderoli sul regionalismo differenziato”: lo chiedono i consiglieri regionali di minoranza, Simona Meloni (prima firmataria) Michele Bettarelli, Tommaso Bori e Fabio Paparelli (PD), Thomas De Luca (M5S), Andrea Fora (Patto Civico), Vincenzo Bianconi e Donatella Porzi (Gruppo Misto), in una mozione presentata in Assemblea legislativa che, annunciano gli stessi proponenti, “sarà anche oggetto di un’ampia condivisione a livello istituzionale e locale”.

Secondo i consiglieri di opposizione dell’Assemblea legislativa “la riforma mette fortemente in discussione la tenuta e la coesione sociale del Paese; finisce per aumentare il divario tra le Regioni del Nord e quelle del Sud e acuire ulteriormente le disuguaglianze territoriali. L’Umbria stessa ha tutto da perdere da questa riforma – sottolineano – a causa dello scarso numero di abitanti e del livello di indebitamento monstre ormai raggiunto in sanità”.

“A seguito delle dimissioni rassegnate ieri da quattro autorevoli membri del Comitato tecnico, istituito dallo stesso ministro Calderoli, per individuare i Livelli Essenziali delle Prestazioni – rilevano i consiglieri di minoranza – dovrebbe essere ormai chiaro anche al governo regionale che, allo stato attuale, il percorso legislativo avviato non è neppure in grado di assicurare, in maniera omogenea in tutta Italia, il rispetto di standard minimi di qualità, a salvaguardia dei ‘diritti civili e sociali’ previsti dalla Costituzione”.

“Con le loro dimissioni – aggiungono – ben due ex presidenti della Corte Costituzionale, Giuliano Amato e Franco Gallo, un ex presidente del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno e l’ex ministro della Funzione pubblica Franco Bassanini, hanno confermato che la riforma presenta molteplici aspetti di criticità e profili di rischio, tra cui il nodo irrisolto del finanziamento di tutti i Lep prima del trasferimento delle competenze alle Regioni e il ricorso all’iniquo criterio della spesa storica”.

“E del tutto evidente dunque che, per il bene dell’Umbria e del Paese – concludono i consiglieri di opposizione dell’Assemblea legislativa – il disegno di legge venga ritirato, dato che non promuove affatto l’interesse nazionale ma incoraggia la frammentazione delle competenze, i divari territoriali e quelli economico-sociali e non prevede nessuno stanziamento di bilancio per la copertura degli stessi”.