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Un modello di gestione basato sull’economia circolare per colmare il progressivo esaurimento delle risorse naturali e rimediare ai danni provocati da anni di politiche basate su discariche e inceneritori. Il Movimento 5 Stelle presenta venerdì 13 maggio alle ore 10 nella Sala Partecipazione di Palazzo Cesaroni a Perugia, la proposta di piano di gestione virtuosa dei rifiuti: “Di fronte a un dibattito pieno di imprecisioni e inesattezze – dice il consigliere regionale Thomas De Luca – dimostreremo quanto il tema del piano dei rifiuti sia inquinato da luoghi comuni. La nostra direzione è molto chiara ed è quella che va in direzione dell’economia circolare e contro la scelta folle di bruciare materie prime per generare energia. Oltre ad essere un problema nell’ottica della decarbonizzazione, gli inceneritori rallentano l’evoluzione virtuosa del sistema verso riduzione, riuso, riciclo dei rifiuti. L’Italia e l’Umbria non hanno bisogno di nuovi inceneritori” conclude De Luca.

Mentre l’Europa ha fissato l’obiettivo di portare in discarica meno del 10% dei rifiuti entro il 2035, l’Italia ancora ricorre alle discariche per oltre il 20%. Ma gli inceneritori non possono essere la soluzione. La stessa Danimarca, patria dell’incenerimento che si è posta l’obiettivo della carbon neutrality al 2050, visto che uno dei maggiori contributori di CO2 è proprio il settore dell’incenerimento ha annunciato pubblicamente un piano di decommissioning per il 30% della capacità complessiva, unica strategia sicura per diminuire la ‘carbon footprint’ della gestione del residuo. E Treviso non sarebbe diventata la provincia più avanzata in Italia sotto il piano della raccolta differenziata se avessero realizzato due inceneritori. Se è vero che l’inceneritore produce energia, e lo è solo in parte, altrettanto produce anidride carbonica ed altre sostanze nemiche del clima. Dove ci sono inceneritori, si crea la necessità di assicurare il ritorno dell’investimento bruciando quantitativi prefissati di rifiuto residuo. Allontanando così gli obiettivi di indipendenza energetica e causando danni alla salute delle persone e all’ambiente.