Il Consiglio Comunale di Terni è chiamato a deliberare su una proposta di project financing per l’efficientamento e l’affidamento della manutenzione degli edifici comunali. Rileviamo che l’atto è al centro di una polemica politica per la lunghezza del vincolo (15 anni), la complessità della procedura, la valutazione dei costi finali effettivi e la possibilità di controllare e garantire alti livelli di efficacia ed efficienza con il nuovo sistema.
Pur non intendendo entrare in alcun modo in una polemica politica tra maggioranza e opposizione che non ci compete non potremmo interpretare al meglio il nostro ruolo di rappresentanza delle imprese locali se non evidenziassimo che la proposta pur essendo rivolta a realizzare utilità attese da tempo, come il teleriscaldamento, in relazione ad altri aspetti comporta rischi di trasferimento su soggetti esterni al territorio di un complesso di servizi che fino ad oggi venivano svolti dalle imprese locali.
Naturalmente un intervento molto complesso comporta una serie di effetti diversi in molte direzioni: intendiamo però evidenziare e sottolineare quelli che possono impattare negativamente sulle imprese locali del settore proprio nel momento in cui sono alle prese con le restrizioni della pandemia e con i rincari dovuti alla crisi energetica. A tali imprese riteniamo che vada riconosciuto che hanno saputo garantire finora buoni livelli di servizio, elevata flessibilità, spirito di collaborazione e disponibilità a rispondere alle esigenze dell’Ente, tutti valori positivi che riteniamo vadano considerati nella valutazione complessiva dell’atto in discussione e che rischiano di essere dissolti.
Se è certamente condiviso che il sistema del project financing è uno strumento utile e ha la potenzialità di generare effetti positivi sui bilanci dell’Ente pubblico, occorre anche tenere nella giusta considerazione che tali effetti positivi e risparmi pubblici possono essere conseguiti in pratica solo a determinate condizioni: soggetti proponenti di grandi dimensioni e affidabilità realizzativa, capacità di creazione di corrette relazioni con i settori economici locali, struttura organizzativa dell’Ente pubblico pronta, elastica, capace di gestire nuove e più sofisticate procedure di controllo e di misurazione delle perfomance del soggetto affidatario. E’ interesse pubblico primario infatti che tutte le forniture pubbliche in generale e i contratti di project financing in particolare non assicurino risparmi o utilità all’ente pubblico connesse però con il rischio di abbassare il livello finale dei servizi erogati e/o le condizioni di lavoro delle maestranze e dei subfornitori.
Riguardo poi strettamente l’aspetto dell’efficientamento energetico degli edifici pubblici, obiettivo urgente e condiviso anche ai fini di introdurre finalmente metodi efficaci di controllo delle emissioni a livello locale, rileviamo la particolarità che il Comune di Terni sembra voler perseguire queste finalità con strumenti diversi rispetto a quelli che il Governo ha pianificato e predisposto nel PNRR nazionale (Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica” componente 3 misura 1”Efficientamento energetico degli edifici pubblici”), che offre diverse soluzioni in particolare, giova ricordare che il MITE attraverso Cassa depositi e prestiti ha riaperto da pochi giorni il bando del cd. Fondo Kyoto a questi fini.
Nel pieno rispetto dei reciproci ruoli istituzionali, per tutto quanto sopra detto rileviamo nella proposta dell’Amministrazione vari aspetti problematici corrispondenti a scelte che sembrano attenere più a logiche politiche che al livello tecnico-amministrativo e riteniamo non tengano nel dovuto conto le ragioni delle imprese del territorio.