“La storia di un Paese è fatta dalle storie di ciascuno di noi, nessuna esclusa. Ed è per questo che di tutte va conservata la memoria, perché la memoria siamo tutti noi compresa, tra gli episodi meno conosciuti legati sempre alla Resistenza, quella relativa alla deportazione subita da circa 2mila carabinieri romani tra il 6 e il 7 ottobre del 1943, episodio di fatto legato indirettamente al famoso e tragico rastrellamento di un migliaio di ebrei del ghetto di Roma il 16 ottobre. Evento da noi Carabinieri ricordato con lo stesso valore del sacrificio di Salvo D’Acquisto, il vicebrigadiere che si sacrificò volontariamente pochi giorni prima per salvare un gruppo di civili durante un rastrellamento delle truppe naziste”,
lo scrive in una nota Antonio Nicolosi, Segretario Generale del Sindacato dei Carabinieri Unarma, in occasione della giornata della memoria. “L’ Arma si era sempre dichiarata non disponibile a prendere parte alle esecuzioni capitali e non aveva giurato fedeltà al regime di Salò. Ragion per cui Herbert Kappler, comandante della Gestapo a Roma, aveva già messo nel mirino i carabinieri, ritendendoli inaffidabili per l’alleanza tedesca e considerandoli un possibile ostacolo al rastrellamento del ghetto che sarebbe avvenuto appunto di lì a poco. Non c’è umanità senza libertà -incalza Nicolosi- e non c’è libertà senza rispetto per ogni persona. La democrazia, la tolleranza, l’uguaglianza, che non è egualitarismo, sono valori da salvaguardare e trasmettere ai giovani” precisa.
“Ecco perchè dobbiamo coltivare e rinnovare il ricordo, far conoscere la storia, coinvolgere le nuove generazioni tramandando fatti e circostanze che portarono alla più grande tragedia del Novecento. Senza memoria -conclude Nicolosi- l’umanità è condannata a ripetere gli errori e gli orrori della storia. Ma la memoria non accompagnata dall’impegno quotidiano contro tutte le forme di antisemitismo e intolleranza rischia di essere un monumento fragile”.