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I sindacati delle lavoratrici e dei lavoratori del Comune di Terni, in maniera unitaria e insieme alla Rsu di palazzo Spada, hanno inviato all’amministrazione (sindaco, assessore al personale e dirigenti) un avviso di diffida e messa in mora per l’atto unilaterale disposto dal Comune in materia di utilizzo della parte variabile del salario accessorio dei dipendenti. Nella diffida, firmata da Fp Cgil, Fp Cisl, Uil Fpl, Csa e Rsu, viene chiesto all’amministrazione di ritirare l’atto unilaterale (n. 196937 disposto in data 30.12.2021), nelle parti oggetto di mancato accordo e dare corso alla contrattazione collettiva integrativa, così come previsto dal Ccnl funzioni locali 2016-2018.

In effetti gli articoli 8 e 10 del contratto collettivo nazionale del coàmparto funzioni locali sono molto chiari a riguardo: essi stabiliscono che nel rispetto dei principi di responsabilità, correttezza, buona fede e trasparenza, nei primi 30 giorni del negoziato relativo alla contrattazione integrativa le parti non devono assumere iniziative unilaterali né procedere ad azioni dirette; devono compiere, invece, ogni ragionevole sforzo per raggiungere l’accordo nelle materie demandate ed inoltre, in caso di mancato accordo sul contratto integrativo, le trattative sindacali devono proseguire per almeno 45 giorni. L’amministrazione può procedere ad atti unilaterali solo se “il protrarsi delle trattative determini un oggettivo pregiudizio alla funzionalità dell’azione amministrativa”.

Ma nel caso del Comune di Terni i termini di cui all’art.10 comma 2 e di cui all’art. 8 comma 5 del CCNL del comparto Funzioni Locali non risultano essere decorsi e il protrarsi delle trattative non determina, neppur indirettamente, alcun pregiudizio alla funzionalità dell’azione amministrativa. “Risulta allora evidente – si legge ancora nell’atto di diffida predisposto dai sindacati – che codesta amministrazione ha agito unilateralmente senza averne la facoltà e che, così agendo, ha violato quanto disposto dalla normativa vigente a tutela della contrattazione collettiva integrativa e del sistema di relazioni sindacali”.

Per i sindacati siamo in presenza di un atto “che non trova precedenti nella storia delle relazioni sindacali” e peraltro “assolutamente non necessario dato che tutti gli istituti e le indennità sono disciplinate dal contratto integrativo vigente, che non risulta modificato”.

“In caso di mancata pronta riapertura delle trattative – si legge a conclusione nel documento dei sindacati – si procederà a tutelare i diritti delle organizzazioni sindacali, nonché di tutto il personale dipendente, nelle forme di legge ed in tutte le opportune sedi giudiziarie, nessuna esclusa”.